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Contro l'infarto un vaccino studiato a Napoli


Un vaccino tutto italiano contro l’infarto. Lo stanno studiando a Napoli ricercatori della II Università. Un primo grande passo in avanti è previsto entro il prossimo anno. L’annuncio è stato dato al Congresso della Società Italiana di Cardiologia svoltosi all’Hotel Hilton di Roma sotto la presidenza di Maria Grazia Modena ma è stato anticipato ai media dallo studioso che guida le ricerche, il professore Paolo Golino, Ordinario di cardiologia alla II Università di Napoli.
“ Tutto ha inizio – dice il professore Golino- quando ci siamo resi conto che nella placca delle persone colpite da infarto c’era qualcosa di sospetto. La placca è quell’accumulo di grasso nell’arteria che, frantumandosi, provoca trombi e, da qui, l’infarto. Ci siamo messi a studiare questa sostanza sospetta trovata nella placca e ci siamo accorti che si tratta di un antigene, cioè una sostanza in grado di attivare il sistema immunitario. Abbiamo studiato ventuno pazienti: dieci colpiti da infarto e undici sani, tutti di Napoli. Nella placca dei pazienti con infarto abbiamo trovato l’antigene, assente invece negli altri soggetti. Il sistema immunitario è quel regista di tutti quei meccanismi che proteggono l’organismo dall’aggressione di agenti esterni. Il sistema immunitario riconosce questi agenti nocivi, riesce ad annullarli e così non si innescano le malattie. Quando non ci riesce, l’organismo si ammala. Nel caso dell’antigene presente nella placca il sistema immunitario si sbaglia: scambia l’antigene stesso come un nemico che viene dall’esterno e aggredisce la placca dove l’antigene risiede. Ma l’antigene non è un nemico esterno, è una sostanza interna all’organismo. Quindi la placca è frantumata dal “fuoco amico”. Frantumandosi innesca i trombi e così si verifica l’infarto”.
“Il primo traguardo che speriamo di raggiungere entro un anno- prosegue Golino- è quello di identificare l’antigene e scoprire di quale sostanza sia formato. A quel punto ci si potrà mettere al lavoro per un vaccino in grado di annullare l’antigene. Se tutto andrà per il meglio, se la Ricerca italiana non continuerà a subire tagli e penalizzazioni, contiamo di mettere a punto il vaccino entro due-tre anni. Vaccino che sarà indirizzato a tutti coloro a “rischio di infarto”, come gli ipertesi, gli obesi, i grandi fumatori, chi ha alti livelli di colesterolo, chi ha familiarità per l’infarto. Potrà essere utilizzato anche da chi ha già avuto un infarto. Sarà quindi un vaccino preventivo”.
Lo studio coordinato dal professore Golino è compiuto da una équipe allargata, della quale fanno parte gli immunologi della II Università guidati dal professore Raffaele De Palma, da due gruppi di cardiologi della “Federico II” e della II Università coordinati, rispettivamente, dal professore Massimo Chiariello e Raffaele Calabrò.
Lo studio sta suscitando un largo interesse nel mondo scientifico internazionale dopo che nel mese di febbraio la prestigiosa rivista “Circulation” ha pubblicato i primi risultati delle ricerche.
08/01/2007

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